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08/04/2013 - Quando il gioco si fa pericoloso e diventa una dipendenza: il Gioco d'Azzardo Patologico

 

QUANDO IL GIOCO SI FA PERICOLOSO E DIVENTA UNA DIPENDENZA: IL GIOCO D'AZZARDO PATOLOGICO

Se dipendenza significa veramente dipendenza, allora la storia del singolo bambino non può essere scritta in termini del solo bambino. Deve essere scritta in termini anche della situazione ambientale, la quale o va incontro ai bisogni della dipendenza oppure manca di andar loro incontro” Winnicott, 1945


INTRODUZIONE:

Il Decreto Legge 13/9/2012 n. 158 “Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute.” [Decreto Balduzzi] è stato convertito in legge, con modifiche, dalla L. 08.11.2012, n. 189 con decorrenza dal 11.11.2012.

L’articolo 7 comma 5 prescrive che “i gestori di sale da gioco e di esercizi in cui vi sia offerta di giochi pubblici, ovvero di scommesse su eventi sportivi, anche ippici, e non sportivi, sono tenuti a esporre, all'ingresso e all'interno dei locali, il materiale informativo predisposto dalle aziende sanitarie locali, diretto a evidenziare i rischi correlati al gioco e a segnalare la presenza sul territorio dei servizi di assistenza pubblici e del privato sociale dedicati alla cura e al reinserimento sociale delle persone con patologie correlate alla G.A.P. (Gioco d'Azzardo Patologico)”.

Questo articolo di legge è significativo in quanto evidenzia che non esiste una linea netta e definita tra il gioco e la patologia, tra il legale e l'illegale. Il contesto in cui viviamo e siamo immersi, infatti, ci presenta la possibilità, l'occasione e, mi viene da dire, l'illusione del divertimento attraverso un gioco che si può trasformare in una vera e propria dipendenza. La massiccia invasione di poker-machines, l’enorme crescita dell’offerta di possibilità legali di scommettere (lotto e super-enalotto, “gratta e vinci” , scommesse sull’ippica, centri scommesse della Snai, etc) alimenta le speranze illusorie (il-ludere- entrare nel gioco) di molte persone, e sappiamo che il secondo tempo della speranza spesso si chiama de-lusione (uscita dal gioco-).

 

QUANDO NON E' PIU' UN GIOCO:

La linea di confine, da un punto di vista psicologico, è dettata dal livello di coinvolgimento, ossia dalla quota di piacere suscitata dal gioco: il giocatore patologico, infatti, mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d'azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nel tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche e trascurando i normali impegni della vita per dedicarsi ad esso.

Tra i vari aspetti implicati in questo disagio, voglio prenderne in considerazione tre che sono strettamente correlati tra di loro: la COMPULSIONE, la MANCANZA DI CONTROLLO e il POTERE CHE IL GIOCO HA SULLA PERSONA.

Per COMPULSIONE si intende un impulso volontario a compiere determinate azioni finalizzato a “placare” l'ansia derivante da pensieri o immagini mentali che ricorrono in maniera insistente dominando la vita psichica della persona (ossessioni) che ha, pertanto, la sensazione di perdere il CONTROLLO di Sé. La conseguenza quasi diretta di questo meccanismo interno è che l' oggetto o la situazione (in questo caso il gioco) assume il POTERE sull'individuo che si sente sopraffatto e non in grado di gestirlo. A tal proposito, ho letto di un uomo che, nell’andare ad assistere la moglie che stava partorendo, venne “distratto” dai videopoker del bar al piano terra dell’ospedale, dove rimase a giocare per 10 ore di seguito, ricordandosi del lieto evento solo quando il neonato aveva già diverse ore.

 

COS'E' IL G.A.P. (GIOCO D'AZZARDO PATOLOGICO):

Il Gioco d'Azzardo Patologico è considerato come una vera e propria forma di “dipendenza senza droga”. Il D.S.M. IV (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) propone i seguenti criteri diagnostici per il "comportamento maladattivo legato al gioco d'azzardo" e devono essere presenti almeno 4 dei sintomi seguenti:.

  • Coinvolgimento sempre crescente nel gioco d'azzardo (ad esempio, il soggetto è continuamente intento a rivivere esperienze trascorse di gioco, a valutare o pianificare la prossima impresa di gioco, a escogitare modi per procurarsi il denaro con cui giocare);

  • Bisogno di giocare somme di denaro sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato;

  • Irrequietezza e irritabilità quando si tenta di giocare meno o di smettere;

  • Il soggetto ricorre al gioco come fuga da problemi o come conforto all'umore disforico (ad esempio, senso di disperazione, di colpa, ansia, depressione);

  • Quando perde il soggetto ritorna spesso a giocare per rifarsi ("inseguimento" delle perdite) 
    Il soggetto mente in famiglia e con gli altri per nascondere il grado di coinvolgimento nel gioco;

  • Il soggetto compie azioni illegali (ad esempio, reati di falso, truffa, furto, appropriazione indebita) per finanziare il gioco;

  • Il soggetto mette a rischio o perde una relazione importante, un lavoro, un'opportunità di formazione o di carriera a causa del gioco;

  • Confida negli altri perchè gli forniscano il denaro necessario a far fronte a una situazione economica disperata, causata dal gioco (una "operazione di salvataggio").

Si sta esaminando la possibilità di introdurre un 10° criterio: reiterati e inutili sforzi di tenere sotto controllo l'attività di gioco, di ridurla o di smettere di giocare.


COSA OFFRONO I SERVIZI

Il Gioco d'Azzardo Patologico ha, alla base, caratteristiche e sintomi simili alla tossicodipendenza. In una significativa analogia con la dipendenza da sostanze, infatti, sono state evidenziate forme di assuefazione (bisogno di scommettere cifre sempre più alte,) e di astinenza (sudorazione, tremori, tachicardia, ansia,) in giocatori ai quali il gioco stesso viene impedito (ad es. a causa di ospedalizzazione o detenzione).

L’inseguimento della perdita, vale a dire il desiderio di rifarsi, precipita in un progressivo e sempre più vorticoso disastro economico il giocatore compulsivo. Compaiono a questo punto fenomeni quali la richiesta di prestiti ad usurai, le frequenti menzogne in famiglia volte a nascondere la reale situazione economica, la scarsa attenzione o il disinteresse per l’attività lavorativa, che conducono in lassi di tempo più o meno lunghi a gravi crisi personali (a volte con suicidi o tentativi di suicidio) che possono motivare il giocatore compulsivo a chiedere aiuto (più spesso sono i familiari del giocatore a rompere la cortina di omertà, vergogna e disperazione).

Pertanto il principale punto di riferimento, ad oggi, è il Servizio Dipendenze Patologiche (Ser.T) dell'a ASL:

  • L'accesso al Ser.T è gratuito e diretto: non si paga alcun ticket nè ci vuole la richiesta del medico di famiglia.

  • E' garantito, se richiesto, il pieno rispetto dell'anonimato. I professionisti del Ser.T sono tenuti in ogni caso alla riservatezza.

  • Il Ser.T effettua diagnosi e trattamenti medico-farmacologici, psico-sociali, assistenziali ed educativi attraverso una équipe multidisciplinare composta da medici, psicologi, assistenti sociali, educatori, infermieri. Come in tutte le forme di dipendenza, l'assistenza alla persona può prevedere  il coinvolgimento della famiglia o della coppia.

  • Al Ser.T possono accedere tutti i cittadini italiani e le persone straniere regolarmente soggiornanti sul territorio italiano, anche minorenni.
    Ai cittadini stranieri non ancora in regola con le norme di soggiorno e in possesso del tesserino STP (stranieri temporaneamente presenti) sono garantite le prestazioni urgenti, essenziali e continuative.

 


MODELLI DI INTERVENTO

La presa in carico della persona con dipendenza da gioco d'azzardo è prevalentemente di tipo psicologico, con trattamenti individuali e di gruppo.

Come per ogni disagio psicologico la presa in carico della persona deve presupporre un'attenta valutazione degli aspetti personali, familiari e sociali dell'individuo per poi accompagnare e indirizzare la persona in un cammino che può prevedere diversi percorsi:

  • Gruppi di auto-aiuto (Giocatori Anonimi): sulla falsariga dei gruppi di auto-aiuto per altre problematiche, le persone si incontrano per riconoscere di aver perso il controllo della situazione, condividere l’esperienza nei confronti del gioco, proporsi l’astinenza dallo stesso e confrontare nell’ambito del gruppo le forme di inganno ed autoinganno ancora in atto;

  • Gruppi terapeutici per giocatori d’azzardo compulsivi: a differenza dei gruppi di auto-aiuto prevedono, e sono condotti, da psicoterapeuti e coinvolgono la famiglia del giocatore nel processo terapeutico. La forza del gruppo terapeutico resta sempre uno dei maggiori strumenti di superamento del disagio;

  • Percorso psicoterapeutico individuale: si tratta di un percorso di esplorazione di Sé che non si limita ad eliminare il sintomo ma prevede la presa in carico dell'intero bagaglio personale di esperienze della persona;

  • Comunità riabilitativa: potrebbe essere necessario, in caso di un disturbo strutturato e duraturo nel tempo, l'inserimento in un centro specializzato per la cura del Gioco d'Azzardo Patologico. Questo presuppone la presa di contatto con i servizi e la valutazione del problema da un punto di vista medico, psicologico e sociale.

 

In ogni caso la funzione protettiva del sintomo deve essere sempre tenuta presente (nel lavoro clinico con dipendenti da sostanze ho compreso come, a volte, l’uso di droga può evitare un crollo psicotico o un grave atto eteroaggressivo) e la dipendenza da gioco va inquadrata in rapporto alla soggettività del giocatore, alla sua struttura di personalità, storia affettiva, relazioni interpersonali significative, fase del ciclo di vita.

 

 

 
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